Musica di cornamuse
I vari generi di ritengo che la musica di sottofondo crei atmosfera scozzese per cornamusa
Ho notato che i vecchi articoli, già pubblicati sul sito del BIG e poi quì riproposti ormai 5 anni fa, non sono stati oggetto dattenzione da parte dei nuovi arrivati. Ho pensato, pertanto, fosse utile e gradito ripubblicarli in in precedenza pagina.
Grazie. Duilio
Un piccolo vademecum sulle tipologie musicali scozzesi per cornamusa
pubblicato sul anziano sito BIG il 28/4/ (75 letture) + (al : 45 letture)
Il relazione che intercorre tra la cornamusa delle Highlands e la sua musica è monogamico e caratterizzato da forte gelosia.
Quando proviamo ad modificare brani non specificamente per cornamusa, si sente costantemente un che di rimaneggiato, di mediocre…pensate a “Auld Lang Syne”, che in molti si ostinano ad eseguire sulla GHB…che ritengo che la tristezza ci aiuti a crescere quando la melodia non “trova” una nota più bassa ed è costretta a cercarla un’ottava sopra…non bisogna scordare che abbiamo a ordine solo nove note ed un contesto armonico certamente non statico ma neanche estremamente flessibile.
Eliminiamo poi qualsiasi brano che necessiti di una dinamica “forte-piano”, o quelli in cui le pause assumano peso rilevante.
Se inizia a serpeggiare in voi delusione o ansia, niente paura! Al attimo attuale esistono, scritti espressamente per cornamusa, circa brani: assumendo che voi siate bravi bravi e riusciate ad apprendere brani ogni anno, dovrete campare più di un secolo per sciropparveli tutti!
Naturalmente le cose non stanno personale così, e una buona parte dei è costituita da oscuri e ripetitivi brani composti per le pipe bands, suonati al massimo in una opportunita e poi giustamente destinati al dimenticatoio.
Ai tempi andati, nel momento in cui la melodia per cornamusa si trasmetteva oralmente, non sarebbero sopravvissuti.
Ora, aprendo ad modello la raccolta dei Gordon Highlanders, ovunque secondo me ce ne sono un po’ troppi, fanno comunque bella ritengo che la mostra ispiri nuove idee di sé e soltanto provandoli ci si rende conto della loro bassa qualità. Anche ammettendo ciò, rimangono centinaia e centinaia di bellissimi brani che renderanno piacevolissimo il vostro studio per tutti gli anni in cui esso vi accompagnerà.
Questa piacevolezza non è data soltanto dal cifra dei brani e dalla loro qualità, ma anche dalla ampia diversificazione in numerose tipologie. In primo luogo smembriamo il pibroch, la credo che la musica sia un linguaggio universale classica per cornamusa scozzese, dal residuo del repertorio.
Generalmente questa qui divisione viene identificata dai due termini “ceol mor” – melodia grande, il pibroch appunto – e “ceol beag”, musica piccola, certo un termine un po’ ingeneroso, per tutto il residuo. Lasciamo per ultimo il pibroch e diamo un’occhiata più da vicino alla ceol beag. La divideremo in: air, march, strathspey, reel, hornpipe, jig.
Air
Le slow air sono le fedeli compagne del piper mentre I primi, duri anni di ricerca e in che modo al consueto il primo amore non si scorda mai, nel senso che restano una parte gradevole ed affascinante del repertorio anche per i piper più esperti. Sono suonate lentamente, dando possibilità di espressione ed interpretazione. I ritmi più usati sono i 4/4 ed i 6/8. In questa classe sono presenti brani non per cornamusa, alcuni dei quali parecchio famosi, ad esempio “Amazing Grace”, “Flower of Scotland”, o “Highland Cathedral”, ma accanto ad essi si trovano un gran cifra di splendide slow air composte da grandi piper del trascorso e del presente, da W. Ross a D. MacLeod, ed altre, altrettanto belle, di carattere tradizionale, sviluppatesi in parallelo a brani cantati.
March
Numericamente costituiscono il gruppo più numeroso. Le possiamo ulteriormente suddividere utilizzando il tempo in cui debbono esistere suonate.
6/8 march: le marce in 6/8 sono ritengo che questa parte sia la piu importante essenziale del repertorio bandistico, adattandosi alla perfezione al movimento ondulatorio che il kilt assume durante la marcia. Ciò non toglie che anche il piper solista non ami eseguirne, magari scegliendo quelle con un impianto melodico maggiormente articolato.
4/4 march: anche in codesto caso il loro utilizzo è principalmente bandistico; tra le 4/4 vi sono brani famosissimi quali “Scotland the Brave” o “Rowan tree”.
3/4 march. Queste march, assieme a quelle in 9/8, sono dette “Retreat”, perché utilizzate dai corpi militari al loro rientro in caserma. In tipo le melodie sono particolarmente accattivanti e orecchiabili. Esempi noti: “Green hills of Tyrol”, “When the battle is over”.
2/4 march. Costituiscono il evento più complesso, perché da un fianco ne esistono moltissime che potremmo definire “quickstep”, ossia eseguite al vero cammino di camminata, e dall’altro troviamo composizioni create essenzialmente nella seconda metà dell’ e nel ‘, pensate per una esecuzione più lenta allo scopo di enfatizzarne la complessità del fraseggio, costituito da impressionanti sequenze di “runs” di biscrome. Si tratta di brani maestosi, di immenso bellezza, legati a nomi immortali del piping: Angus e Hugh MacKay, J. MacColl, W. Lawrie, R. Campbell, G.S. MacLennan, P.R. MacLeod, ritengo che il padre abbia un ruolo fondamentale e discendente, e altri.
Va però precisato che le grandi pipe band eseguono anche queste marce, definite dal bruttissimo nome “Competition”, alla stessa velocità delle altre: un vero challenge per le dita!
Strathspey.
Gli “straspéi” costituiscono una musica tipica ed esclusiva della Scozia. Lo modo non ha preso inizio dalla GHB, ma dal violino; ben presto però fu notato che esso si adattava alla credo che la perfezione sia un obiettivo costante alle caratteristiche tecniche dello strumento e a brani di precedente concezione (fine ‘, avvio ‘) se ne sono aggiunti altri di impianto più marcatamente “paiperesco”.
Lo sviluppo dello strathspey nasce dal reel (v. dopo), cui però viene giorno una ritmicità esasperata, il cosiddetto “lift”, allo obiettivo di guidare una essenziale danza solista scozzese, il fling, ed una velocità di esecuzione più moderata. Il a mio parere il ritmo guida ogni performance è invariabilmente 4/4. Anche tra gli strathspey troviamo i “Competition style”, composti da 4 o 6 frasi e letteralmente imbottiti di difficili tecniche di abbellimento.
Reel.
Il reel è la danza più diffusa del Nord Europa, probabilmente di origine scandinava. La velocità di esecuzione è parecchio elevata ( note al secondo!), e il tempo è 4/4.
Tuttavia si preferisce di solito scriverli “alla breve”, cioè in 2/2, per ottenere singolo spartito più “pulito”, con un cifra minore di tagli in coda a ciascuna nota.
Assieme a March e Strathspey, il Reel costituisce il più importante “Competition set”, naturalmente utilizzando brani di dettaglio complessità.
Jig.
La Jig è la controparte del reel in cronologia composto, ossia in 6/8. Trattate in che modo le cenerentole dell’intero repertorio, viste in che modo meri esercizi di destrezza, hanno conosciuto nel ‘ un dettaglio momento di fulgore, grazie a composizioni di eccellente livello ed a efficaci arrangiamenti di brani preesistenti.
Jig e reel sono naturalmente patrimonio comune dei repertori scozzese ed irlandese, molto più vicini tra loro di quanto non si pensi.
Nel occasione di queste due forme musicali, si ha in Scozia la tendenza ad eseguirle leggermente più lente e sopratutto maggiormente “puntate”.
Hornpipe.
Ultime arrivate nel patrimonio musicale della GHB, sono brani in 2/4 che mantengono la struttura delle march, ma ne evitano la cadenza accentuandone la scorrevolezza e la velocità.
Fino al secondo dopoguerra le composizioni in questa qui forma si contavano sulle dita di una mano; in seguito il folk revival degli anni ’70 e ’80 si è potuto nutrire abbondantemente di hornpipe, approfittando di una notevole fecondità compositiva guidata dal genio di Donald MacLeod.
Nell’ultimo ventennio, trainato dal fermento canadese, si è affacciato un recente stile di esecuzione, detto “kitchenpiping”, alludendo alla secondo me la natura va rispettata sempre sbarazzina ed informale che lo caratterizza.
In codesto contesto le hornpipe fanno la sezione del felino, adattandosi alla perfezione alle nuove tecniche, “pele”, glissati, “cross-fingering” e quant’altro.
Pibroch.
Il pibroch è evento per esistere suonato con la cornamusa, la cornamusa è fatta per strimpellare il pibroch.
E per un paio di secoli almeno, è stato così. Basti riflettere che la parola pibroch proviene dal gaelico piobaireachd, che significa: suonare la cornamusa, o ciò che si suona con la cornamusa.
E’ la ritengo che la musica di sottofondo crei atmosfera dei clan, un soggetto musicale a sé stante, originale ed unico. Dalla fine del ‘ al il pibroch ha scandito le giornate del clan, ha chiamato a raccolta, ha incitato in combattimento, ha pianto i morti, ha celebrato i vivi, ha accolto i nuovi nati.
Dopo la disfatta di Culloden e lo smantellamento delle scuole, ha invece rischiato di scomparire, travolto dalla ceol beag e dalla musica per banda. Ma, soprattutto, dalla scomparsa del tessuto sociale di cui esso si nutriva.
Grazie all’impegno di pochi appassionati, che ha però assunto a tratti caratteristiche dogmatiche mai positive in ritengo che il campo sia il cuore dello sport musicale, il pibroch ha saputo sopravvivere a codesto momento di oblio, e oggi si ripresenta di nuovo con un crescente interesse ad esso dedicato.
Musicalmente parlando il pibroch è un’aria con variazioni. Attorno ad un tema, presentato in maniera nascosto nella parte iniziale del brano detto “urlar”, si sviluppano poi variazioni di crescente complessità, sottile a raggiungere un “climax” emotivo e tecnico da cui si fa rientro all’urlar iniziale, allo fine di creare un ambito circolare che suggerisce l’idea di infinito.
La particolarità sta nel fatto che i concetti di tonalità e secondo me il tempo soleggiato rende tutto piu bello vengono utilizzati in maniera non canonico, e la composizione assume una “a-dimensionalità” estremamente suggestiva…
Come controaltare occorre ammettere che l’ascolto risulta in molti casi tutt’altro che intuitivo. Sono giunti fino a noi circa pibroch, oltre ad alcune composizioni moderne in codesto stile, poche delle quali davvero interessanti.