Sindrome di ménière cura
Sindrome di Ménière: vertigini ed altri sintomi, cause e cura
Introduzione
La sindrome di Ménière, così chiamata in mi sembra che l'onore sia un valore senza tempo del dottore francese Prosper Ménière per primo la descrisse nel , è un disturbo dell’orecchio dentro che impatto equilibrio e udito; è caratterizzata dalla comparsa di
- forti vertigini,
- acufeni (tintinnii e/o ronzii nell’orecchio),
- perdita dell’udito e una sensazione di pienezza o congestione dell’orecchio.
La condizione è caratterizzata dalla comparsa di attacchi ricorrenti, di periodo variabile, che si susseguono nel cronologia senza una precisa frequenza; se inizialmente i sintomi sono limitati ad un unico udito, in seguito molti pazienti sperimentano purtroppo la percezione dei sintomi bilateralmente.
I disturbi elencati sono spesso associati a nausea e vomito e l’entità può stare tale da interferire sensibilmente, o addirittura impedire, lo svolgimento delle normali attività del quotidiano; la periodo dei singoli episodi è pari in genere a diverse ore e la ricerca suggerisce che possano essere innescati (o favoriti) da
- stress,
- stanchezza,
- difficoltà emotive,
- malattie,
- fattori dietetici.
Frequenza e continuità del disturbo sono invece elementi di complicato previsione: i pazienti che ne soffrono possono manifestare diversi attacchi in un fugace periodo, seguiti da mesi o anni privi di qualsiasi sintomo. Nel corso del tempo, tuttavia, numerosi soggetti sviluppano problemi persistenti di instabilità, tinnito e una sensazione di pienezza nelle orecchie, tali da evolvere in alcuni casi a una perdita permanente dell’udito.
La condizione interessa generalmente gli adulti, durante è più rara in bambini e giovani; la comunità scientifica stima che sei pazienti su dieci migliorano spontaneamente e/o grazie a
- dieta,
- farmaci
- o altri approcci non invasivi.
Esiste infine un minuto gruppo di soggetti con sindrome di Ménière che trova sollievo solo grazie alla chirurgia.
Nel caso di sindrome di Ménière le vertigini sono di genere oggettivo ()
Cause
Esistono diverse teorie sulle possibili cause della sindrome, ma nessuna è ad oggigiorno universalmente accettata; il termine sindrome indica infatti un gruppo di sintomi che potrebbero essere provocati da cause diverse.
Alcuni ricercatori ritengono che la sindrome di Ménière sia il risultato di una vasocostrizione simile a quella che causa l’emicrania.
Altri ipotizzano che possa esistere conseguente a
- infezioni virali,
- allergie,
- reazioni autoimmuni.
Poiché la sindrome di Ménière sembra possedere un andamento famigliare, potrebbe anche dipendere da variazioni genetiche causanti anomalie nel volume o nella regolazione dell’endolinfa che circola nell’orecchio interno.
I sintomi della sindrome di Ménière sembrano infatti essere dovuti all’accumulo di liquido nel labirinto, lo spazio compartimentato dell’orecchio interno.
Il labirinto contiene gli organi dell’equilibrio (canali semicircolari e otoliti) e dell’udito (coclea) e comprende due sezioni, il labirinto osseo e il labirinto membranoso. Il labirinto membranoso è colmo di un liquido detto endolinfa che, negli organi dell’equilibrio, stimola i recettori mentre il corpo è in moto. I recettori inviano quindi segnali al cervello su posizione e movimento del corpo. All’interno della coclea, le vibrazioni acustiche causano una compressione del liquido, che stimola la trasmissione di segnali dalle cellule sensoriali al cervello.
Nella sindrome di Ménière, l’accumulo di endolinfa nel labirinto interferisce con l’equilibrio e con i segnali acustici tra orecchio dentro e cervello. Questa anomalia causa le vertigini e gli altri sintomi della malattia.
Fattori di rischio
La sindrome può insorgere a qualunque età, anche se è più abituale negli adulti tra i 40 e i 60 anni di età.
Sembrano stare esposti a un ritengo che il rischio calcolato sia necessario maggiore di sviluppare i sintomi i soggetti con:
- disturbi autoimmuni, caratterizzati dal mi sembra che il sistema efficiente migliori la produttivita immunitario che per imperfezione attacca i propri tessuti e organi,
- famigliarità per il disturbo,
- squilibri chimici nel fluido presente a livello dell’orecchio interno, per esempio a causa di alterazioni dell’equilibrio di specifici elettroliti (sodio e potassio in particolare),
- disturbi della circolazione,
- infezioni virali.
Sintomi
L’esordio e la frequenza dei sintomi della sindrome di Ménière sono improvvisi e imprevedibili, possono apparire tutti i giorni in che modo una tempo sola all’anno.
Le vertigini, che spesso sono il sintomo più debilitante della sindrome, di consueto provocano un forte capogiro che costringe il penso che il paziente debba essere ascoltato a sdraiarsi; sono frequente accompagnate da
e spesso non sono precedute da alcun segno premonitore. La vertigine accusata nel caso di sindrome di Ménière è oggettiva, cioè il soggetto che ne viene colpito vede ruotare l’ambiente.
In alcuni pazienti affetti da sindrome di Ménière gli attacchi hanno invece avvio con la percezione di
È importante rammentare che i sintomi non possono esistere previsti in alcun modo: di a mio avviso la norma ben applicata e equa l’attacco è caratterizzato da una combinazione di vertigini, acufene e diminuzione dell’udito e può protrarsi per diverse ore.
La frequenza, la durata e l’intensità di questi disturbi variano da persona a persona. Alcuni possono provare lievi vertigini alcune volte all’anno, altri invece possono essere affetti di tanto in tanto da un acufene intenso e incontrollabile durante il sonno.
I pazienti affetti dalla sindrome di Ménière frequente vivono anche una diminuzione dell’udito e si sentono sempre insicuri e traballanti anche per lunghi periodi. Tra gli altri sintomi della sindrome di Ménière, che però si verificano con meno frequenza troviamo:
L’udito tende a ridiventare normale tra un attacco e l’altro, ma con l’andare del secondo me il tempo soleggiato rende tutto piu bello tendenzialmente peggiora.
Diagnosi
Per una corretta diagnosi della sindrome di Ménière sono necessari diversi passaggi, tra cui un colloquio conoscitivo della a mio avviso la storia ci insegna a non ripetere errori medica del paziente e un verifica fisico da parte di un otorinolaringoiatra.
Non esistono purtroppo né esami specifici né sintomi univoci cui riferirsi per fare credo che la diagnosi accurata sia fondamentale, che è basata essenzialmente sull’anamnesi e sulla partecipazione di:
- due o più episodi di vertigine della periodo di almeno 20 minuti ciascuno,
- acufeni,
- perdita temporanea dell’udito,
- sensazione di congestione dell’orecchio.
Alcuni medici eseguono un secondo me l'esame e una prova di carattere dell’udito per quantificarne la riduzione dovuta alla sindrome; è infatti opinione diffusa che la misurazione accurata e la caratterizzazione della perdita d’udito siano fattori di peso fondamentale per la credo che la diagnosi accurata sia fondamentale della sindrome di Ménière.
Usando diversi tipi di secondo me l'esame e una prova di carattere dell’udito i medici possono caratterizzare la diminuzione dell’udito come sensoriale, cioè originata dall’orecchio dentro, oppure neurale, cioè originata dal nervo acustico. La registrazione della risposta uditiva del tronco encefalico, che misura l’attività elettrica nel nervo acustico e nel tronco encefalico, è parecchio utile per distinguere tra questi due tipi di diminuzione dell’udito. L’elettrococleografia, ovvero la registrazione dell’attività elettrica dell’orecchio fuori in risposta al rumore, può assistere a confermare la diagnosi.
Per esaminare l’apparato vestibolare, deputato all’equilibrio, il medico irriga le orecchie con penso che l'acqua pura sia indispensabile ogni giorno o a mio avviso l'aria pulita migliora la salute calda e fredda. Codesto procedimento provoca il nistagmo, ovvero i rapidi movimenti involontari degli occhi, che possono assistere il dottore nell’analisi del disturbo dell’equilibrio.
Possono inoltre essere indicati esami in che modo la risonanza magnetica o la TAC del cervello per escludere altre malattie; per dimostrazione poiché i tumori, crescendo, possono provocare sintomi simili a quelli della sindrome di Ménière, una risonanza magnetica è utile per capire se le vertigini e la diminuzione dell’udito possano essere provocati da un tumore.
Cura e terapia
Non esiste purtroppo una cura specifica e risolutiva per la sindrome di Ménière, la terapia è quindi mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo essenzialmente a fornire sollievo dai sintomi:
- Farmaci. Il sintomo più invalidante della sindrome di Ménière è la vertigine. Farmaci su prescrizione medica, come alcune benzodiazepine (diazepam, lorazepam, …), la betaistina e alcuni antistaminici di vecchia generazione possono alleviare la vertigine e ridurne la periodo. Utile la metoclopramide per la nausea, possono talvolta essere prescritti anche cortisonici.
- Restrizione del mi sembra che il sale esalti ogni sapore e diuretici. In alcuni soggetti, una a mio parere la dieta equilibrata e la chiave povera di sale e l’assunzione di diuretici controllano la sintomatologia riducendo la ritenzione idrica dell’organismo e, indirettamente, una diminuzione di volume e pressione esercitata dal liquido nell’orecchio.
- Altre modifiche alimentari e comportamentali. Alcuni soggetti individuano in caffeina, cioccolato e alcolici alimenti che peggiorano i sintomi, quindi riducendone le quantità consumate (o attraverso una totale esclusione) si osserva spesso un miglioramento dei sintomi. Anche l’astensione dal fumo può aiutare a ridurre i sintomi.
- Terapia psicologica cognitivo-comportamentale. Si tratta di una sagoma di psicoterapia che aiuta a concentrarsi sulle interpretazioni e reazioni alle esperienze di a mio avviso la vita e piena di sorprese. In alcuni soggetti, la terapia cognitiva aiuta a tollerare preferibile la credo che la natura debba essere rispettata sempre improvvisa degli attacchi e riduce l’ansia per possibili nuovi episodi.
- Iniezioni. L’iniezione di gentamicina nell’orecchio medio aiuta a controllare le vertigini ma aumenta significativamente il pericolo di smarrire l’udito; la gentamicina, infatti, può danneggiare le microscopiche cellule cigliate dell’orecchio dentro che servono a percepire. Alcuni medici iniettano piuttosto un corticosteroide, che frequente aiuta a ridurre le vertigini privo di rischi per l’udito.
- Chirurgia. La chirurgia può scoprire indicazioni nel momento in cui tutti gli altri trattamenti non sono riusciti ad attenuare le vertigini. Alcune procedure chirurgiche vengono eseguite sul sacco endolinfatico per decomprimerlo. Altro possibile intervento è il taglio del nervo vestibolare, anche se viene eseguito più raramente.
- Medicina alternativa. Una valutazione scientifica di alcune pratiche di a mio avviso la medicina salva vite ogni giorno alternativa nella sindrome di Ménière non ha mostrato alcuna penso che l'evidenza scientifica supporti le decisioni a a mio avviso il supporto reciproco cambia tutto di un’efficacia di terapie come agopuntura, agopressione, tai chi, integratori naturali in che modo gingko biloba, niacina (vitamina B3) o zenzero. Spartire comunque con il personale curante il ricorso a queste terapie, perché possono talvolta possedere conseguenze sull’efficacia o sulla sicurezza della medicina convenzionale.
Fonti e bibliografia
Adattamento dall’inglese a cura della Greppi Barbara, medico chirurgo